30.10.07

Di Pietro: un uomo concreto anche per il nostro novarese

Poche settimane fa si è risolta a favore della nostra zona il lavoro portato avanti dal Ministro Di Pietro. Dopo la sua vista del 3 luglio scorso emersero una miriade di critiche solo perché magari qualcuno voleva sentirsi dire che il nodo ferroviario si sarebbe fatto, che gli investimenti per le Ferrovie Nord si sarebbero compiuti o perché qualcun altro voleva che il titolare del Ministero delle Infrastrutture dicesse parole che suonavano come un omaggio per i componenti di quella piuttosto che di questa altra giunta.
Il ministro ha dimostrato serietà per il ruolo che ricopre e ha voluto con sincerità dire come stavano le cose. Non ha promesso nulla perché servivano i progetti e soprattutto i finanziamenti per le opere ed inoltre non dimentichiamoci che servivano i consensi di tutti i soggetti coinvolti nell’operazione.
Come suo solito dopo quell’incontro Di Pietro si è messo al lavoro, ha tracciato i progetti, ha studiato tutti i dettagli, ha messo al lavoro i tecnici ed ha ascoltato i pareri di tutti i rappresentati locali. Ha mediato le posizioni di tutti i soggetti coinvolti e non ha perso tempo.
Il 24 settembre è arrivato il lieto fine; ha affermato a tutti i soggetti presenti, Comune di Novara, Provincia di Novara e Regione Piemonte, Ferroviere Nord, Comune di Galliate, Anas e Rfi che le opere del Nodo Ferroviario, della stazione di Galliate, delle Ferrovie Nord, della Pedemontana e altre ancora si sarebbero eseguite perché i progetti avevano trovato l’adeguato finanziamento.
Ancora una volta il ministro si è dimostrato corretto, non ha preso in giro nessuno, ha lavorato sodo come suo solito e ha portato casa un risultato in breve tempo soddisfando tutti i rappresentanti istituzionali presenti a Torino e a Biella.
I novaresi godranno dell’azione amministrativa del leader dell’Italia dei Valori. Ne avranno beneficio i residenti, i passeggeri, i lavoratori e le aziende. Credo che non si possa dire nulla sull’operato del Ministro e penso che si sia meritato il giusto rispetto dei suoi interlocutori ed anche quello dei suoi avversari.
Egli ha sempre lavorato nella sua vita di operaio, di immigrato, di studente, di commissario di polizia e di magistrato; lo stesso dicasi quando è entrato in politica. Il suo impegno pubblico è solo destinato al miglioramento dell’azione amministrativa, all’aumento dell’ efficienza della cosa pubblica nello sfruttamento razionale e corretto le risorse economiche, riducendo al minimo gli sprechi.
Lo si è visto in occasione della revoca delle concessioni Tav e del Ponte dello Stretto di Messina con cui ha risparmiato, non sciogliendo la società, una penale di 500 milioni di euro, anche se gran parte delle forze politiche lo hanno criticato. Non dimentichiamoci che il 13 luglio il ministro ha presentato un progetto per la realizzazione della Torino-Lione in modo da scampare il pericolo di perdere gli enormi finanziamenti previsti per l’opera e allontanando il rischio di lasciare per strada una struttura già in parte progettata e costruita. Il suo lavoro sta iniziando a dare i primi frutti anche nel nostro territorio.
Vorrei finire solo dicendo le stesse parole che una volta sentii dire da lui in un incontro pubblico in mia presenza e che riassumono il suo e i nostri ideali: “Un giorno in più dedicato al lavoro è un giorno in meno lasciato alle recriminazioni e alle critiche”.

Rebecchi Lorenzo

La questione del G8 di Genova


Ho visto parecchi commenti sul mio blog, di cui molti negativi, sul fatto che Italia dei Valori non abbia dato il suo consenso alla Commissione d’inchiesta parlamentare per valutare i fatti del G8 di Genova del 2001.

Una premessa: siamo favorevoli ad una Commissione d’inchiesta su questo tema ma a condizione che si indaghi su tutti i fatti. Le questioni sono due: i comportamenti dei manifestanti e quelli della Polizia.

I no-global hanno sfilato per manifestare contro i potenti della Terra esercitando, legittimamente, un loro diritto. Alcuni, però, non si sono limitati a manifestare: hanno sfasciato vetrine, hanno incendiato macchine, hanno aggredito le forze dell’ordine. Una frangia di essi, quindi, ha commesso dei reati gravissimi per la quale la Procura della Repubblica e i giudici stanno procedendo, anzi hanno chiesto svariati anni di carcere. I fatti sono già accertati.

Cosi come è accertato, purtroppo e sotto certi aspetti ancora più grave, il fatto che le forze dell’ordine, per scoprire i colpevoli, non hanno fatto un’indagine di polizia giudiziaria nell’immediatezza, ma hanno rinchiuso alcune persone in una caserma e le hanno malmenate, provocando lesioni, comportandosi peggio degli altri.

Questa è una brutta pagina che merita un approfondimento innanzitutto in sede giudiziaria, e i giudici se ne stanno occupando: anche i poliziotti che sono accusati di aver commesso quei reati sono stati rinviati a giudizio.Oggi, in Parlamento, cosa si voleva fare? Una commissione d’inchiesta limitatamente ai comportamenti della Polizia. Che Commissione d’inchiesta è questa?

Un’inchiesta sui fatti del G8 deve essere fatta tenendo conto dei comportamenti di tutti coloro che erano parti in causa; degli errori, degli abusi, delle omissioni e delle violenze commesse da tutti. Allora si può ricostruire una pagina di Storia secondo verità.

Ecco perché noi dell’Italia dei Valori non possiamo consentire che una commissione nasca con il fine di indagare solo su una parte dei fatti.

Ciò che abbiamo proposto è una Commissione d’inchiesta sugli abusi del diritto di manifestazione da parte di alcuni manifestanti - non di tutti perché vanno rispettati quelli che hanno rispettato la legge -, e di alcuni poliziotti - non tutti perché vanno rispettati quelli che hanno rispettato la legge. Vanno puniti coloro che hanno abusato della loro funzione.

Si deve ricercare la verità: un risultato falsato dall’origine non sarà mai positivo.

Mi dispiace che, ancora una volta, si riferisca solo la parte d’informazione che interessa.

L’Italia dei Valori non è contro la Commissione sul G8: è contro l’uso strumentale della Commissione.
Antonio Di Pietro (www.antoniodipietro.com)

27.10.07

L'ex ponte di Messina


Le vicende relative alla società Stretto Messina, con tutte le polemiche che sono venute fuori, anche su questo blog, meritano qualche ulteriore spiegazione.

Anzitutto mi pare opportuno partire da quello che abbiamo fatto. Da quello che abbiamo già fatto, prima che nascesse tutto questo caso, perché questo dimostra che con l’emendamento per lo scioglimento della società, si voleva ottenere un risultato che in realtà già abbiamo raggiunto. Insomma, si voleva soltanto “ciurlare nel manico”.

Abbiamo già deciso l’anno scorso che il Ponte non si fa e i soldi ad esso destinati in precedenza li abbiamo già utilizzati per avviare la realizzazione di altre opere più urgenti in Sicilia e Calabria.
In Calabria i soldi previsti per il Ponte li stiamo utilizzando per le opere di efficientamento del sistema di attracchi a Villa San Giovanni, i lavori del megalotto Sibari-Roseto della statale 106 Jonica, la progettazione del megalotto Cotono-Cariati della stessa strada e la progettazione della tangenziale di Reggio Calabria. In Sicilia finanziamo le metropolitane di Palermo, Catania e Messina e il completamento della strada Agrigento-Caltanisetta.
Non c’era e non c’è altro da decidere per non realizzare il Ponte, giacché tutto è stato deciso.
Ci si chiederà, allora, perché mantenere in vita la società Stretto Messina. Ma io non ho alcuna intenzione di mantenerla in vita. Tanto è vero che ho proposto un emendamento che ne disponesse la fusione per incorporazione in Anas, emendamento che riproporrò quando il decreto legge passerà all’esame della Camera dei Deputati. Questo al Senato non è stato accettato, perché non si vuole che sia Anas a occuparsi della mobilità nello Stretto, ma una fantomatica agenzia di nuova istituzione, l’ennesimo ente inutile, buono per coltivare clientele e sprecare risorse.
In ogni caso, è bene che si sappia che ho disposto in via immediata il totale dimagrimento della società Stretto Messina: il personale sarà portato da 100 a non più di 5 unità, il CdA sostituito da un amministratore unico che non percepirà alcun compenso.
Questi sono i fatti. Come si vede, non si tiene in vita alcun carrozzone, si usano in modo efficiente le risorse a disposizione, si salvaguarda il valore generato in questi anni dalla società e si evita di pagare centinaia di milioni di euro in penali, che invece bisognava subito sborsare se avessimo ceduto al “furore ideologico” di alcuni parlamentari dell’ultrasinistra. Il tutto, avendo già raggiunto l’obiettivo di non realizzare il Ponte.


Antonio Di Pietro (www.antoniodipietro.com)

23.10.07

Mastella, dimettiti!


CATANZARO, 22 ottobre 2007 - Anche i Giovani dell’Italia dei Valori, insieme ai comitati spontanei della società civile, aderiscono alle manifestazioni “Pro De Magistris” che nei prossimi giorni si terranno in molte piazze d’Italia, in particolar modo a Cosenza e Catanzaro, chiedendo il riaffidamento dell’inchiesta “Why not” al sostituto procuratore di Catanzaro De Magistris e le dimissini dell’On Clemente Mastella da Ministro della Giustizia.


“I giovani GIV – afferma in una nota Santo Ferraro, Consigliere Nazionale GIV e Referente GIV Calabria – concordano pienamente con il Presidente di IDV e Ministro Antonio Di Pietro nel ritenere che l’attuale modo di amministrare la Giustizia del Governo Prodi sia giunto al capolinea e che, a questo punto, le dimissioni del Ministro Mastella siano un atto doveroso”.
“Non fa parte del programma dell’Unione – continua Santo Ferraro – quello di smantellare in un modo o nell’altro le inchieste giudiziarie più delicate e scottanti sul malaffare politico e sulla criminalità organizzata, isolando ed umiliando tutti quei magistrati che, in questi anni, con grande fatica, rischio e coraggio, hanno cercato di ripristinare un minimo di legalità e trasparenza istituzionale. E' parte del programma, invece, il portare a termine l’effettiva riforma del sistema giudiziario (ma non quella falsa e mascherata che, di fatto, sancisce la separazione delle carriere tra giudici e pm!) in modo tale da garantire processi più brevi, l’attuazione della certezza della pena e l’erogazione di maggiori risorse materiali ed umane alle procure. Finora niente di tutto questo è stato fatto. Nemmeno il Governo Berlusconi, nei confronti del pool “Mani Pulite” e quello “antimafia”, aveva osato così tanto. A questo punto, o si cambia o sarebbe meglio ridare la parola ai cittadini."

Ufficio Stampa Giovani IdV

21.10.07

Panorama e l'informazione schiava

Ho letto ieri mattina il bel servizio di Panorama sul nostro leader Antonio Di Pietro e sono rimasto allibito dal pessimo lavoro fatto.
Sappiamo tutti chi sono i proprietari della testata e chi è il nuovo mega direttore, Belpietro Maurizio, famoso per il suo tandem con il mitico Vittorio Feltri nell'esperienza de "Il Giornale" e "Libero", in cui subirono più di una condanna per aver diffamato e calunniato Di Pietro per il caso del presunto accumulo di un tesoro da 5 miliardi di vecchie lire quando era pm. Dovettero chiedere perfino scusa.
Su Panorama hanno fatto dell'illazioni su presunti gestioni e operazioni immobiliari che il ministro avrebbe fatto. Hanno cercato di fare polemiche su vecchie relazioni con alcuni esponenti politici. Hanno criticato il ministro dicendo che è un furbacchione. E' stato definito un furbo infallibile.
Hanno parlato di alcune operazioni che non so neanche se sono vere e su cui comunque la magistratura ha indagato dopo la denuncia di un ex fedelissimo del leader e per il quale vi è stata richiesta l'archiviazione immediatamente dal publico ministero perché non ci sono gli elementi per sostenere una tesi accusatoria.
Parole soltanto parole e niente di più. Illazioni, presunti speculazioni, responsabilità, niente di tutto questo.
E' solo il modo con cui si vuole delegittimare una persona che in questo momento è sulla bocca di tutti perché i sondaggi sulla sua popolarità si stanno alzando notevolmente e perché le sue battaglie per la legalità e per la questione morale adesso vanno di moda dopo le manifestazioni di Grillo.
La mala informazione è un cancro da combattere ed è normale che il pericolo viene delegittimato con articoli di giornali che non servano altro che sputare sull'immagine della vittima, rea di intralciare gli affari dei titolati dell'azienda "il Malaffare spa".
Perchè il sig Bruttopietro, scusate ho avuto un lapsus, Belpietro, non fa il giornalista d'inchiesta cercando di scovare e pubblicare le reali operazioni che ha fatto il suo padrone, senza cercare di colpire le persone che fanno onestamente il loro lavoro con i fatti? Invece egli cerca di alzare la polemica su vicende e su storie che sono già risapute e che non comportano alcuno scandalo. Perché spesso molti giornalisti cercano di sfornare notizie che esposte in una certa maniera non fanno altro che esporre le persone alla pubblica gogna?
Inoltre senza farlo apposta il buon Giuliano Ferrara fa un editoriale sullo stesso settimanale sul buon Salvatore Cuffaro, presidente della giunta regionale sicilaina, accusato di favoreggiamento a Cosa Nostra e di rivelazione di informazioni riservate. Esprime omaggi, lodi e simpatie verso il leader dell'UDC in Sicilia, senza accennare a suoi rapporti con boss mafiosi, irridendo la giustizia e il lavoro dei magistrati. E' vero che il presidente Cuffaro è innocente fino a sentenza di condanna definitiva, è vero che si dovrà provare che i suoi legami costituiscono reato e su questo non faccio una piega. Ma quello che vorrei sottolineare in questa sede è che non si può aggirare la realtà e descrivere i fatti per sconfessare l'operato di Antonio Di Pietro che risulta essere uscito pulito da tutti i procedimenti e processi che l'hanno visto coinvolto e poi descrivere un personaggio, come Cuffaro, come un uomo illustre e piacevole senza accennare alle prove a suo carico che sono emerse nel processo a Palermo.
Infine vi chiedo di leggere questo sito con cui il quotidiano "La Voce della Campania" ha dovuto sospendere le pubblicazioni relative alle notizie dell'inchiesta, su richiesta di dell'Avv. Scicchitano, legale di Di Pietro, in cui il pm Dott. Giancarlo Amato ha fatto richiesta al gip di archiviare l'indagine (http://www.lavocede... llacampania. it/detteditorial e.asp?tipo= inchiesta1&id=59).
Dopa avere letto l'articolo ignobile di Panorama, non posso che esprimere la mia totale solidarietà al ministro Di Pietro.

Rebecchi Lorenzo

Lettera su DDL editoria







Torino, 20 ottobre 2007


Egregi
Giorgio Napolitano, Franco Marini, Fausto Bertinotti, Romano Prodi, Paolo Gentiloni, Ricardo Franco Levi, Barbara Pollastrini, Giovanna Melandri.
e p.c.
Enrico Letta, Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Marco Travaglio, Vittorio Zucconi.



Vi scrivo per esprimervi la mia preoccupazione e la mia perplessità relativamente all’articolo 7 del disegno di legge del 3 agosto 2007 inerente le attività editoriali su internet.

La preoccupazione da me espressa, già sollevata da vari soggetti, è relativa alla possibilità che quanto previsto da tale disegno di legge impedisca parzialmente o totalmente la libera pubblicazione dei siti internet e delle informazioni in essi contenute. Negli ultimi anni, grazie alla straordinaria diffusione di internet, sono stati creati moltissimi siti relativi agli argomenti più vari, gran quantità dei quali realizzati e gestiti da privati cittadini senza alcuno scopo di lucro animati semplicemente dal desiderio di mettere le proprie conoscenze al servizio degli altri o di dare sfogo alla propria necessità di esprimersi.

Questo ha portato ad avere uno straordinario mezzo di comunicazione e di reperimento di informazioni. Una forte limitazione alle modalità di creazione e gestione dei siti internet potrebbe portare a ledere la libertà di espressione dei cittadini attraverso questo nuovo e straordinario mezzo e rappresenterebbe, a mio avviso, un profondo passo indietro nella corsa alla pluralità ed alla libertà di informazione e di pensiero. Oggi tendiamo a considerare alcuni importanti diritti come acquisiti e consolidati, ma penso che non dovremmo darli mai per scontati e fare invece del nostro meglio per potere continuare ad esercitarli.

Vi ringrazio e vi porgo i miei più distinti saluti

Alessandro Romeo

19.10.07

Pignoramenti per i sudditi e svendite per la Casta

Come al solito si registrano le solite fregature per i cittadini ed d'altra parte si confermano gli sconti e le offerte fuori mercato per i privilegiati. E' proprio così.
Mentre noi poveri cristi dobbiamo sudare e fare fatica per arrivare a fine mese e per pagare il mutuo, i Signori comprano case di lusso, attici o edifici al prezzo di una normale appartamento.
E' quello che emerge dall'inchiesta dell'Espresso pubblicata il 6 settembre scorso.
Oltre a pagare un prezzo da equo canone per la locazione di beni immobili ricevuti da enti pubblici, gli illustri hanno ottenuto la possibilità di acquistare i beni a cifre al di sotto del loro valore di mercato.
Volete qualche nome, eccovi servito:

1. Ferdinando Casini, Presidente UDC;
2. Marianna Li Calzi, ex sottosegretario alla giustizia - Forza Italia
3. Bonanni Raffaele, Segretario CISL;
4. Violante Luciano, deputato DS;
5. Nicola Mancino, senatore Ulivo;
6. Marini Franco, senatore Ulivo;
7. Cossiga Francesco, senatore a vita;
8. Ferrara Giuliano, Direttore del "Foglio";
9. Maura Cossutta, deputato Pdci;
10. Salvatore Cardinale, ex ministro e attuale segretario regionale della Margherita.

Non poteva mancare il rappresentante più illustre della Casta, il mitico Mastella che ha comprato un edificio a Lungotevere Flaminio di addirittura 26 vani, terrazzo, due verande e box auto. Avete capito!!! Noi viviamo in media in tre o quattro locali, mentre il raccomandato Mastella si compra un'immobile con solo 1,5 milioni quando nella zona un'immobile di quel tipo vale anche cinque volte di più.
Infine non manca quello che ha preso il 75% alle primarie del Partito Megademocratico, Walter Veltroni. La moglie ha comprato solo 8,5 vani per 190 mq al prezzo di 337 mila euro. Comunque è sempre una cifra al di sotto dei valori normali di mercato.
E per meno male che Veltroni è l'uomo nuovo della politica italiana. Per me è solo un degno rappresentate di quella ignobile classe politica.
Ora avete capito perché ci sono sempre meno soldi per la nostra comunità? Perché queste manovre speculative fanno perdere quelle somme utili che potrebbero essere investite in altra maniera.
In poche parole i potenti fanno sparire beni immobili e denari preziosi rispettivamente dal patrimonio pubblico o dalle casse statali per ingrassare i propri interessi. Per forza non ci sono entrate per i pensionati, per i giovani, per i lavoratori, per le scuole, per le università, per gli ospedali per la sicurezza sociale, per le aziende e per la tutela dell'ambiente. Finiscono nelle mani o nelle tasche sbagliate.
I cittadini non riescono a pagare la casa con i tassi che si alzano. Infatti si sta verificando un aumento delle esecuzioni immobiliari. Bisogna osservare come una cerchia ristretta di persone possono permettersi tutto e avere qualunque cosa senza fare il minimo sforzo. Dovrebbero provare la difficoltà ad arrivare a fine mese.
Manteniamo uno Stato sprecone e una casta politica ai limiti della decenza. Noi non ne possiamo più di certi privilegiati e presto se ne renderanno conto. Il voto prima o poi arriverà.
La quasi totalità della nostra nomenklatura politica costituisce la vergogna di questo paese.

Rebecchi Lorenzo

13.10.07

Si parla solo di tasse

Torino, 13 ottobre 2007


Egregi
Giorgio Napolitano, Franco Marini, Fausto Bertinotti, Romano Prodi, Barbara Pollastrini, Giovanna Melandri, Rosy Bindi, Fabio Mussi, Giuseppe Fioroni, Cesare Damiano, Paolo Ferrero, Alfonso Pecoraro Scanio, Livia Turco, Francesco Rutelli, Pier Luigi Bersani, Tommaso Padoa-Schioppa.
e p.c.
Enrico Letta, Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Marco Travaglio, Vittorio Zucconi.



Vi scrivo per porre alla vostra attenzione una domanda che mi pongo ormai sempre più spesso ma purtroppo ancora senza risposta.

Da diversi anni a questa parte nel nostro paese non si fa altro che parlare di tasse. Per chiunque ci sia al governo o all’opposizione sembra che l’unico argomento realmente degno di attenzione sia quello fiscale. Sicuramente i cittadini e le imprese sentono sempre più a cuore i problemi economici che minano la serenità degli uni e la competitività delle altre; tuttavia l’eccessiva e quasi morbosa attenzione della nostra politica per le tasse rappresenta a mio avviso uno dei più significativi segnali del suo fallimento.

Ora io mi chiedo, come mai nel nostro paese si parla solo di tasse? Solo di soldi? Solo degli aspetti più strettamente materiali, e sembra ormai che nessuno si renda più conto – o almeno non i politici che ci governano – dei problemi più concreti che minano seriamente il presente ed il futuro del paese. L’educazione dei giovani è passata ormai tragicamente in secondo piano, l’importanza del lavoro per la dignità dei cittadini sembra dimenticata, l’importanza della buona qualità della vita forse nessuno sa nemmeno più cosa sia.

Quel che è più buffo ed inverosimile è che le più grandi battaglie tra governo e opposizione relativamente alle tasse riguardano molto spesso cifre che per la maggior parte dei comuni cittadini sono così piccole, come se una differenza di spesa di poche decine o poche centinaia di euro all’anno sia paragonabile all’importanza di vivere in un paese più moderno, più sicuro, più rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini, più efficiente nei servizi, più ricco di opportunità per la propria carriera e la propria soddisfazione personale, più educato ed acculturato, più rispettoso dei diritti umani e della dignità delle persone, più corretto, più equo, più libero, più solidale, più adatto a crescere dei figli, più civile.

Intendiamoci, avere una buona situazione economica è importante per tutti, soprattutto per chi non ce l’ha. Tuttavia in questo paese stiamo commettendo l’imperdonabile errore di rivolgere tutta la nostra attenzione verso il denaro, soprattutto verso quello che non c’è, trascurando tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta.

Nel ringraziarvi per la vostra attenzione porgo distinti saluti.

dott. Alessandro Romeo

9.10.07

Quote giovani

Torino, 8 ottobre 2007

Egregi
Giorgio Napolitano, Franco Marini, Fausto Bertinotti, Romano Prodi, Barbara Pollastrini, Giovanna Melandri.
e p.c.
Enrico Letta, Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Marco Travaglio, Vittorio Zucconi.


Con la presente vorrei sollevare un problema, condiviso da molti cittadini, che credo mini in modo determinante la modernizzazione e la ripresa economica e sociale nel nostro paese. Alludo all’età media della classe dirigente italiana, sia in riferimento ai politici che in riferimento ai dirigenti d’azienda.

È mio modesto parere che avere un’età media di politici e dirigenti troppo elevata sia deleterio per la salute del nostro amato paese. Penso che questo sia particolarmente vero considerando che stiamo vivendo in una epoca caratterizzata da rapidi e continui cambiamenti nella tecnologia e nella vita sociale.

Ritengo sia assolutamente fondamentale per il futuro del nostro paese che si provveda ad un rapido ricambio generazionale nel mondo della politica e delle aziende. Servono energie nuove, nuovi talenti in grado di rischiare, di prendersi delle responsabilità, di decidere, di fare insomma quello che l’attuale classe dirigente italiana fa troppo raramente e, quel che è peggio, senza rendersene nemmeno conto.

Vi chiedo pertanto di abbandonare sterili e anacronistiche questioni sulle Quote Rosa in relazione ai nuovi partiti ed alle cariche pubbliche e di pensare invece ad una nuova idea da imporre con coerenza e determinazione: quella delle Quote Giovani. L’esperienza dei più anziani è un bagaglio prezioso ma solo a patto che serva a coadiuvare il lavoro dei giovani senza sostituirsi totalmente ad esso. D’altra parte penso che promuovere un forte ricambio generazionale risolverebbe anche la questione delle Quote Rosa dato che il nostro paese è ricco di giovani uomini e giovani donne ricchi di talento e responsabilità.

Vi ringrazio per la vostra insostituibile attenzione e porgo distinti saluti.
dott. Alessandro Romeo

3.10.07

L'informazione in Italia interessa ancora a qualcuno?

Torino, 1 ottobre 2007
.
Egregi
Giorgio Napolitano, Franco Marini, Fausto Bertinotti, Romano Prodi, Paolo Gentiloni, Lorenzo Del Boca.
e p.c.
Gianni Riotta, Mauro Mazza, Antonio Di Bella, Angela Buttiglione, Mario Giordano, Emilio Fede, Clemente Mimun, Giulio Anselmi, Vittorio Zucconi, Maurizio Belpietro, Antonio Padellaro, Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Marco Travaglio.
.
Mi permetto di scrivervi questa breve lettera per tentare di porre alla vostra attenzione una questione da me molto sentita. Non credo di sbagliare sostenendo che questo mio pensiero sia condiviso da una parte considerevole della popolazione, soprattutto tra i giovani.
Su questo argomento si potrebbero fare molte considerazioni ma questa mia lettera sarà volutamente concisa ed eviterò di portare espliciti esempi che chiunque di voi potrà liberamente immaginare. Penso che negli ultimi anni abbiamo assistito sempre più ad una riduzione della qualità dei servizi offerti dai mezzi di informazione nel nostro paese. Con questo mio piccolo grande sfogo, mi riferisco in particolare a tre aspetti riguardanti il modo di fare informazione che io ravviso nella nostra stampa e nella nostra televisione.
Il primo riguarda la selezione delle informazioni, a mio avviso a volte discutibile al punto da trascurare o, peggio, ignorare argomenti importanti per lasciare invece troppo spazio a banalità insulse e spesso diseducative.
Il secondo riguarda l’intrusione morbosa dei media in tragiche vicende per le quali ritengo ci si potrebbe limitare ad una corretta e discreta informazione nel rispetto, a mio avviso assolutamente doveroso, delle vittime, dei loro cari e degli investigatori coinvolti nelle indagini.
Il terzo riguarda la mancanza di oggettività a mio avviso talvolta riscontrabile in quotidiani o televisioni; oggettività che, io credo, dovrebbe guidare i relativi addetti ai lavori.
Questo mio sfogo si rivolge a tutti i media indistintamente ritenendo in cuor mio che dovrebbero essere tutti in qualche modo al servizio del cittadino, visto nella duplice veste di fruitore di servizi pubblici e cliente; tuttavia il mio disappunto è indirizzato con particolare vigore ai mezzi di informazione pubblici che in quanto tali dovrebbero assolutamente essere privi dei difetti da me riscontrati in considerazione della loro insostituibile utilità sociale. Non per ultimo, ritengo che i mezzi di informazione pubblici, così come quelli privati che godono di finanziamenti pubblici, non dovrebbero mai dimenticare di considerare il cittadino anche come loro finanziatore, fornendogli pertanto il miglior servizio possibile.
Ringraziandovi per la vostra preziosa attenzione vi porgo i miei più distinti saluti.
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dott. Alessandro Romeo