3.10.07

L'informazione in Italia interessa ancora a qualcuno?

Torino, 1 ottobre 2007
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Egregi
Giorgio Napolitano, Franco Marini, Fausto Bertinotti, Romano Prodi, Paolo Gentiloni, Lorenzo Del Boca.
e p.c.
Gianni Riotta, Mauro Mazza, Antonio Di Bella, Angela Buttiglione, Mario Giordano, Emilio Fede, Clemente Mimun, Giulio Anselmi, Vittorio Zucconi, Maurizio Belpietro, Antonio Padellaro, Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Marco Travaglio.
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Mi permetto di scrivervi questa breve lettera per tentare di porre alla vostra attenzione una questione da me molto sentita. Non credo di sbagliare sostenendo che questo mio pensiero sia condiviso da una parte considerevole della popolazione, soprattutto tra i giovani.
Su questo argomento si potrebbero fare molte considerazioni ma questa mia lettera sarà volutamente concisa ed eviterò di portare espliciti esempi che chiunque di voi potrà liberamente immaginare. Penso che negli ultimi anni abbiamo assistito sempre più ad una riduzione della qualità dei servizi offerti dai mezzi di informazione nel nostro paese. Con questo mio piccolo grande sfogo, mi riferisco in particolare a tre aspetti riguardanti il modo di fare informazione che io ravviso nella nostra stampa e nella nostra televisione.
Il primo riguarda la selezione delle informazioni, a mio avviso a volte discutibile al punto da trascurare o, peggio, ignorare argomenti importanti per lasciare invece troppo spazio a banalità insulse e spesso diseducative.
Il secondo riguarda l’intrusione morbosa dei media in tragiche vicende per le quali ritengo ci si potrebbe limitare ad una corretta e discreta informazione nel rispetto, a mio avviso assolutamente doveroso, delle vittime, dei loro cari e degli investigatori coinvolti nelle indagini.
Il terzo riguarda la mancanza di oggettività a mio avviso talvolta riscontrabile in quotidiani o televisioni; oggettività che, io credo, dovrebbe guidare i relativi addetti ai lavori.
Questo mio sfogo si rivolge a tutti i media indistintamente ritenendo in cuor mio che dovrebbero essere tutti in qualche modo al servizio del cittadino, visto nella duplice veste di fruitore di servizi pubblici e cliente; tuttavia il mio disappunto è indirizzato con particolare vigore ai mezzi di informazione pubblici che in quanto tali dovrebbero assolutamente essere privi dei difetti da me riscontrati in considerazione della loro insostituibile utilità sociale. Non per ultimo, ritengo che i mezzi di informazione pubblici, così come quelli privati che godono di finanziamenti pubblici, non dovrebbero mai dimenticare di considerare il cittadino anche come loro finanziatore, fornendogli pertanto il miglior servizio possibile.
Ringraziandovi per la vostra preziosa attenzione vi porgo i miei più distinti saluti.
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dott. Alessandro Romeo