9.10.07

Quote giovani

Torino, 8 ottobre 2007

Egregi
Giorgio Napolitano, Franco Marini, Fausto Bertinotti, Romano Prodi, Barbara Pollastrini, Giovanna Melandri.
e p.c.
Enrico Letta, Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Marco Travaglio, Vittorio Zucconi.


Con la presente vorrei sollevare un problema, condiviso da molti cittadini, che credo mini in modo determinante la modernizzazione e la ripresa economica e sociale nel nostro paese. Alludo all’età media della classe dirigente italiana, sia in riferimento ai politici che in riferimento ai dirigenti d’azienda.

È mio modesto parere che avere un’età media di politici e dirigenti troppo elevata sia deleterio per la salute del nostro amato paese. Penso che questo sia particolarmente vero considerando che stiamo vivendo in una epoca caratterizzata da rapidi e continui cambiamenti nella tecnologia e nella vita sociale.

Ritengo sia assolutamente fondamentale per il futuro del nostro paese che si provveda ad un rapido ricambio generazionale nel mondo della politica e delle aziende. Servono energie nuove, nuovi talenti in grado di rischiare, di prendersi delle responsabilità, di decidere, di fare insomma quello che l’attuale classe dirigente italiana fa troppo raramente e, quel che è peggio, senza rendersene nemmeno conto.

Vi chiedo pertanto di abbandonare sterili e anacronistiche questioni sulle Quote Rosa in relazione ai nuovi partiti ed alle cariche pubbliche e di pensare invece ad una nuova idea da imporre con coerenza e determinazione: quella delle Quote Giovani. L’esperienza dei più anziani è un bagaglio prezioso ma solo a patto che serva a coadiuvare il lavoro dei giovani senza sostituirsi totalmente ad esso. D’altra parte penso che promuovere un forte ricambio generazionale risolverebbe anche la questione delle Quote Rosa dato che il nostro paese è ricco di giovani uomini e giovani donne ricchi di talento e responsabilità.

Vi ringrazio per la vostra insostituibile attenzione e porgo distinti saluti.
dott. Alessandro Romeo