9.11.07

Ragione sociale: "La Mafia s.p.a."

La mafia è la prima azienda italiana. Questa è stata l'affermazione che ha invaso le prime pagine della stampa non solo nazionale nel recente periodo.
Novanta miliardi di fatturato annuo, si è detto. A tanto sarebbe giunto il "fatturato del malaffare". A tale approssimativa espressione, si è osservato che la mafia non fattura, per la semplice ragione che non è un'azienda e che non ha istituito le scritture contabili previste dal Codice civile.
In proposito, quand'anche improprio affermare che la "Mafia fattura", mi permetto di osservare che tante aziende contigue e/o affiliate ad organizzazioni mafiose (cosa nostra, n'drangheta, camorra, sacra corona unita etc.), con regolari scritture contabili puntualmente istituite, fatturano le loro prestazioni (naturalmente fittizie), magari a favore di soggetti insistenti o inconsapevoli.
Tecnicamente, trattasi di Fatture per Operazioni insistenti, tanto oggettivamente (operazione economica mai eseguita), tanto soggettivamente (trattandosi di soggetto indicato come controparte inesistente o ignaro).
Tale strategia, comunemente, è volta ad immettere nel circuito legale, proventi e risorse finanziarie, spesso ingentissime, aventi tutt'altra origine e natura (traffico di stupefacenti, estorsioni, usura, sfruttamento della prostituzione, gioco d'azzardo, evasione fiscale, reati fallimentari, traffico di armi, immigrazione clandestina, contraffazione di marchi e brevetti, contrabbando intra o extra ispettivo e chi più ne ha più ne metta!).
E' il riciclaggio per eccellenza, quasi scolastico che, per quanto semplice, è molto difficile da scoprire in quanto si confonde nell'ambito di un fatturato parzialmente regolare e strumentale alla dichiarata attività economica. D'altro canto, come si spiegherebbero diversamente le tante e diverse modalità di accumulo e investimento di denaro proveniente da attività illecita?
Al riguardo, sovente, ci capita di osservare di grosse realtà imprenditoriali apparentemente poco attive, quasi amorfe o disinteressate a investire, innovarsi, magari prive di ogni naturale entusiasmo d'impresa (soprattutto strutture turistiche, società di consulenza, società finanziarie etc.) che, pur non avendo una grossa affluenza di clientela, registrano, di contro, consistenti fatturati, laddove un 30-50% deriva dall'esercizio della dichiarata ed ufficiale attività economica, la differenza ha origine illecita.
Alla fine della giostra possiamo dire che la Mafia fattura e, in questo modo, paradossalmente, su tali ricavi, paga anche le tasse.
Il circuito legale serve per investire le risorse che sono frutto dell'attività illecita. Questo denota il bisogno di reprimere non solo i criminali, ma anche chi convive con la mafia; in poche parole si deve colpire quella parte della società civile e politica che dà appoggi e consente alle organizzazioni criminali di conservare i propri profitti in cassaforte, di vivere bene e di crescere indisturbata.
Non si può riuscire a produrre una ricchezza pari al 6/7% della nostro prodotto interno lordo, senza avere gli appoggi giusti ed a certi livelli.
Il tutto non è dato al caso.

Rebecchi Lorenzo