30.4.07

Considerazioni IdV e Partito Democratico

Marco D'Acri
Senza IdV non mi sarei mai occupato di politica, questo è poco ma sicuro.
L'idea della Politica generalmente diffusa non mi appartiene, non mi appartengono forse neanche le grandi strategie "politiche". Mi affascina e mi ha affascinato un progetto che è pre-politico, almeno in Italia. Un progetto che deve essere requisito fondamentale per l'attività politica, trasparenza e concorrenza. Banale forse. Non in Italia. In fondo non sarebbe servito così tanto un pm in Politica se non partissimo da quel presupposto. Comunque per non delirare vado per punti. Tornerò alle premesse in conclusione:
1) La destra liberale in Italia non esiste, è stata uccisa dal fascismo. Da allora non si è più ripresa. Manca al paese un partito in grado di ribadire i principi della lotta al monopolio e dei diritti civili, della legalità e della separazione forte dei poteri. Anzi, uno c'è, si chiama Italia dei Valori. Le sue percentuali non le danno merito, è che manca l'organizzazione. In questo dò torto a Di Pietro quando dice "In cinque anni siamo entrati nei Comuni, nel Parlamento, nelle istituzioni, nel Consiglio dei Ministri, cosa vogliamo di più?". Risponderei, "Caro Tonino, ha iragione, ma questa è una storia impressionante, se in così poco si è ottenuto così tanto non crede sia sbagliato frenare? Non crede che la raccolta debba essere attesa da colui che ha seminato?". Comunque l'unico partito liberale si chiede dove andare...mah
Un centro liberale alleato con l'area socialista, come avviene quasi in tutta Europa è chimera infranta da un ibrido come è il Partito Democratico. Immaginate IdV, DS e Margherita in un unico partito. Vorrebbe dire socialisti progressisti, democristiani conservatori e laici liberali sotto un unico simbolo. O è il pensiero unico e allora fa il 99 per cento delle preferenze, oppure qualcosa ci sta sfuggendo.
2) IdV sta sottostimando se stessa e guardando in direzione sbagliata. Continuiamo a chiederci, andiamo con Fassino-Rutelli o con (Dio santo!) Casini e Mastella? Allora non abbiamo capito che ciò vorrebbe dire annientare le speranze di rinnovamento? Perché IdV non diventa promotore di qualcosa di diverso? E dico diverso? (Non come Donadi che ha definito il PD di sinistra per occupare il centro, mentre lo stesso giorno Mussi lo definiva centrista per occupare la sinistra). Cosa intendo per diverso? Penso a un nome con il quale ADP ha discusso recentemente via blog. Mario Monti. Forse uno dei pochi liberali italiani, vicino alle posizioni socialiste (ha fatto parte della Commissione Prodi), esautorato da Bruxelles per far spazio a Frattini (Forza Italia....appunto). Oggi non si occupa di politica, è tornato ad insegnare e sarebbe il caso di richiamarlo in gioco. Negli USA lo chiamano Super Mario sia perché italiano come l'idraulico dei videogames Nintendo, sia perchè così coraggioso da imporre alle multinazionali USA in Europa una ferrea disciplina della concorrenza. Ho detto un nome, ma penso a Crtica Liberale, che guarda (...va) a noi con speranza e penso a tutti quei pensatori liberali oggi senza casa. Ecco, in questo modo IdV sarebbe promotore di un progetto. Se ci vuole coraggio, come dicono tutti, meglio in una direzione originale.
3) Il PD. Core question.
-A Orvieto al battesimo del PD c'era in seconda fila Ciriaco De Mita e ADP non è stato invitato. Bene, potrei finire qui. Non lo farò.
-Rutelli si ostina a non voler fare i conti con la legalità. La nostra seconda carica dello Stato, Marini, ha definito questioni secondarie i congressi Margherita decisi con le tessere false.
-Al battesimo dell'Ulivo IDV fu esclusa per il veto di Boselli che al primo invito dei radicali andò, con la Rosa nel Pugno, via da Rutelli-Fassino.
- DS, Margherita e Forza Italia sono stati i principali sostenitori dell'indulto. Una citazione: noi che c'azzecchiamo?
- Richiamo un punto precedente. Cattolici e socialisti insieme. Sicuri che sia mossa lungimirante entrarci da liberali?
4) Quanto abbiamo parlato dei DS come forza del compromesso , delle lobby, degli affari, dei sindacati "siamo tutti uguali, anche chi sfrutta le tutele a proprio piacimento?"? E ora, si cambia idea?
5) Basta pensare ai luoghi geografici. Il Centro di Casini non esiste. Casini e gli elettori di Forza Italia sono conservatori e prima o poi saranno la nuova destra. Destra nel senso europeo. Destra come CDU tedesca. Centro democratico. In Germania c'è il bipolarismo. CDU e SPD, centristi e socialisti. Questo è bipolarismo, altro che grande centro in bilico. Lega e AN sono forze che all'estero non esisterebbero, almeno non in quelle percentuali. Niente centro per IDV. IDV non è forza conservatrice, è forza moderata e del buon senso ma contro monopoli, rendite, baronie e compromessi. Quindi lasciamo stare Mastella , Casini, Cuffaro, Formigoni e compagnia bella. IDV è liberale e non lo sa. Creda in un polo liberale (scusate se mi ripeto), affianchi personaggi di buon calibro, ci creda. E...almeno nelle mie speranze, si allei con il PD e vinca senza l'estrema... (ah...magari ci fossero dei verdi alla tedesca, realisti e per l'innovazione, all' 8 per cento, senza il Pecoraro Scanio... avremmo PD, Verdi "alla tedesca " e IDV-Liberali, al governo senza RIF e Comunisti...ah Pecoraro)... magari con Mario Monti o Veltroni candidato Premier...magari è idealismo ma è senz'altro più ammissibile dell'alleanza con Mastella, purtroppo ventilata anche da ADP.
6) Fine. Torno alle premesse. Sarà che sono cresciuto in un Comune dove i DS vincono da 50 anni e sono il parito dei piani regolatori. Sarà che Chiamparino inizia a darmi fastidio per la sua arroganza. Sarà che vedo me stesso al primo congresso piemontese del PD con IDV dentro così scioccato da mollare tutto, sarà che il PD ci vuole perchè pensa che, con Di Pietro nel "partitone", IDV si sfaldi, sarà che credo che il 50 per cento di noi, me in primis, lascerebbe la "Politica" ritrovandosi in un mix di Sinistra Giovanile e Piccole Margherite, sarà che con il PD le ultime speranze di Mani Pulite terminerebbero, sarà per tutto questo ma, ragazzi, io sono contrario all'ingresso nel PD. Se abbiamo paura del quorum al 5 per cento in caso di riforma elettorale, mettiamoci al lavoro. Mandiamo noi e i nostri coordinatori a scuola e cerchiamo di capire perchè altrove i liberali non hanno mai percentuali sotto il 5 e perchè esprimono dei propri presidenti del Consiglio. Quando troveremo la risposta avremo fatto bene al Paese, altro che PD.
Marco D'Acri

P.s.: se qualcuno vuole venire a Grugliasco il 10 maggio per l'incontro pubblico con Piercamillo Davigo può considerarsi gradito ospite mio e del GIV Piemonte.

6.4.07

Magistratura, l'orgoglio di questo paese

Il 20 marzo scorso, la Corte d'Assise di Roma ha condannato all'ergastolo cinque ex ufficiali della Marina argentina accusati di omicidio volontario plurimo premeditato in relazione alla morte di Angela Aieta, Giovanni e Susanna Pegoraro, tre cittadini di origine italiana scomparsi nel Paese sudamericano durante la dittatura (1976-1983). In quegli anni sparirono circa 30 mila persone, tra cui un migliaio di nostri connazionali, che non sono pochi. Di questa notizia, i nostri mass-media non dato molto risalto.
I cinque condannati sono Jorge Eduardo Acosta, Alfredo Ignacio Astiz, Jorge Raul Vildoza, Hector Antonio Febres e Antonio Vanek. Un fragoroso applauso del pubblico ha accolto il verdetto.
La sentenza e' andata al di la' delle aspettative: il pubblico ministero aveva infatti chiesto, il 28 febbraio scorso, quattro ergastoli e l'assoluzione per Antonio Vanek. La condanna anche di Vanek - dimostrato essere il coordinatore dei voli della morte - fa salva la memoria di tutte le vittime e fa salva la sofferenza di tutti i vivi.
Le parti civili del processo hanno esultato per il successo, perchè dicono di avere avuto giustizia.
Il sottosegretario italiano Danieli ha detto che lo Stato italiano si e' infatti costituito parte civile anche in quest'ultimo processo non solo per perseguire chi si è reso responsabile dell'uccisione di cittadini italiani, ma anche per testimoniare un impegno concreto e forte per l'affermazione e la tutela dei diritti fondamentali della persona. C'era già stato un processo che aveva portato alla condanna di Suarez Mason e anche in quell'occasione lo Stato italiano si era presentato come parte civile.
La sentenza costituisce un altro passaggio significativo che riconosce e sanziona responsabilità criminali, non per una vendetta postuma ma per riconoscere e affermare diritti fondamentali, per ricostruire 'verita' e giustizià trent' anni dopo una delle tragedie più dolorose che hanno segnato l'America Latina.
E' un atto di doverosa giustizia nei confronti dei 30.000 giovani uccisi e dei loro familiari.
La magistrauta ha contribuito al compimento della giustiza. Ha condannato quei militari criminali che godono di un'indegna amnistia che loro stessi si sono concessi come prezzo per dare la democrazia al popolo argentino.
E' stata fatta giustizia per quei giovani argentini che lottavano per i loro diritti e per quei sopravvissuti che hanno sofferto torture e sevizie.
E' stata la vittoria di quelle madri che ogni giorno lottano per vedere i torturatori dei loro figli in galera.
Questa azione giudiziaria fa onore al nostro paese e dimostra che il nostro potere giudiziario sia ancora l'unica istituzione che merita il rispetto e la stima dei nostri cittadini.
Ha messo in evidenza le responsabilità di uomini che godono ancora di appoggi di quei poteri occulti che continuano a mescolare le carte. Ha scoperto e provato le atrocità commesse nei confronti di argentini onesti ed innocenti.
Ha dato un colpo alla credibilità di quelle persone che sono ancora nelle istituzioni o nei posti chiave della polizia o dell'esercito.
La magistratura italiana non ha fatto solo il suo dovere, non ha dato solo un colpo durissimo ai criminali argentini, ma ha dato la speranza che veramente la legge sia uguale per tutti e, come dice il famoso scrittore cileno Luis Sepulveda vittima del terrore di Pinochet, che un mondo migliore sia ancora possibile.

Rebecchi Lorenzo