6.2.07

Sogni e cielo

dedicato ad un vero, grande amico

Marco D'Acri
I sogni sono strade, sentieri, fughe. Quando tutto sembra impossibile, quando i giganti si frappongono tra te e la speranza, quando non comprendi il linguaggio degli altri perché da sempre provi a proporre un nuovo vocabolario, i sogni finiscono in prigione. E lì dentro ti sembrano folli, così ideali da essere al limite dell’ingenuità, ripetitivi ed inapplicabili. Tra quelle mura i sogni rimbombano, vivono solo nella tua testa, perdono vigore. Poi, basta uno spiraglio, una feritoia, una ferita, anche dolorosa. E il carcere diventa galoppata nella steppa, corsa pazza verso la meta. Corsa dell’anima. Del cielo sotto i piedi. Ed alla fine della corsa non trovi la fine. Trovi te stesso, la forza dei tuoi sogni e l’oblio dei giganti.

Caro amico, sulla tua strada troverai tantissimi giganti, tantissimi pronti a chiudere qualsiasi feritoia nel muro di quel carcere, perché nessuno è più pericoloso di un idealista. I giganti non possono capirti e quindi preferiscono non parlare con te. Continueranno a parlare con i mini-giganti, che almeno riusciranno a controllare. Non te ne curare, guarda avanti, cerca la tua feritoia, la steppa ed il cielo ti aspettano. Buon viaggio, amico Davide. Dimentica Golia.
Marco D’Acri
liberamente ispirato a Gianluca Fanetti