Chi il carcere vuole, nulla stringe
«L’appalto del carcere si poteva fare». Indignazione. E’ questo il sentimento che il deputato di Alleanza nazionale, Manlio Contento, esprime dopo la decisione del Governo di utilizzare parte dei fondi previsti per la realizzazione del carcere di Pordenone al fine diampliare altri istituti di prevenzione e pena. Nonostante le rassicurazionigiunte dal ministro Clemente Mastella e dal sottosegretario Luigi Manconi che i fondi per Pordenone saranno trovati nel capitolo delle infrastrutture, Contentorimane critico. «E’ inaccettabile – ha sottolineato il parlamentare incommissione Giustizia – l’idea di demandare la realizzazione del carcere di Pordenone al programma ordinario per l’edilizia penitenziaria dal momento che le risorse disponibili sono destinate a far fronte a numerosi interventi, il che rende improbabile una rapida realizzazione dell’opera». Contento esprime «la più ferma condanna dell’operazione effettuata dal ministroche, mentre toglie 32 milioni di euro per il carcere di Pordenone, ne destinaoltre 21 per la realizzazione di due strutture: una ad Avellino (8,5 milioni) euna a Santa Maria Capua Vetere (13 milioni) cioè in zone che si trovano nelle vicinanze di Ceppaloni, luogo notorio di residenza di Mastella». Secondo l’esponente della destra «nonostante la procedura di gara sia stataannullata, il ministero aveva a disposizione tutti gli elementi per bandire lagara per il carcere di Pordenone, per cui non è attendibile la giustificazioneche la modifica del piano è rivolta a utilizzare i fondi entro la finedell’anno, perché ciò poteva avvenire anche per Pordenone. Si tratta di unagrave responsabilità politica del Governo che, recentemente, attraverso lostesso sottosegretario Manconi, aveva ribadito la volontà di arrivare nel piùbreve tempo possibile alla sua realizzazione» .
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