9.10.06

Padoa-Schioppa presenta la Finanziaria 2007

Il ministro dell'Economia apre sul Tfr inoptato all'Inps: forse le piccole imprese ne resteranno fuori. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Shioppa, presentando la manovra per il 2007 da 34,7 miliardi di euro, aprendo il ciclo di audizioni dinanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Sul fronte del Tfr il ministro ha, dunque, annunciato che è allo studio del Governo la possibilità di escludere le piccole imprese dalla norma che prevede il trasferimento del Tfr inoptato all'Inps. È possibile prevedere, dice Padoa Schioppa, «un sistema differenziato che escluda la imprese più piccole».Il ministro, che oggi sottoporrà la Finanziaria 2007 al primo esame europea a Lussemburgo, ha illustrato il contenuto della manovra, sottolineando che l’eredità ricevuta dal passato Governo presenta conti pubblici fuori equilibrio e difficili da risanare. L'estate del ministro «è stata molto tormentata perché in un primo tempo credevo che non avrei mai trovato i 30 miliardi» della manovra economica 2007 perchè c'era «un bilancio in squilibrio e difficile da risanare», più di quanto fosse apparso nella predisposizione del Dpef. Illustrando «una finanziaria strutturale, che produce una correzione che si rafforza nel tempo» Padoa Schioppa ha sottolineato, sul fronte dei conti pubblici fuori equilibrio, la forte espansione della spesa pubblica, l’incertezza delle entrate, l’evasione legata alla sicurezza di condoni fiscali, l’avanzo primario pressoché azzerato, il rapporto debito/Pil in crescita. Fra i mancati interventi i cui effetti stanno emergendo ha segnalato la sentenza Iva sulle auto che costa 17 miliardi pregressi e 5 a regime, le delibere Cipe non coperte per 115 miliardi di euro, le misure una tantum (5,2 del Pil nel periodo 2001-2005) le operazioni finanziarie dall’esito incerto come le cartolarizzazioni e le operazioni tramite Cassa depositi e prestiti.
Il ministro si è detto sorpreso delle proteste degli enti locali sulla manovra. «Sorprende - dice Padoa Schioppa di fronte a senatori e deputati riuniti nella sala Mappamondo della Camera - la proliferazione di interviste di protesta dei sindaci dei Comuni perchè questa parte della manovra è stata interamente concordata con loro per gli aspetti qualitativi e istituzionali e anche per le cifre corrisponde a quelle che erano state ritenute adeguate nelle interlocuzioni che c'erano state». Secondo il ministro i Comuni non sono obbligati ad aumentare le imposte, ma visto chela loro spesa rappresenta la metà della spesa pubblica, anche loro «la dovranno razionalizzare».Il ministro ha sottolineato come la manovra, basata su crescita, risanamento e solidarietà sociale, vale 2,3 punti di Pil, avrà effetti nei prossimi anni (2,4 punti di Pil nel 2008, 2,6 nel 2009, 2,5 nel 2010 e 2,4 nel 2011). Le risorse della manovra andranno per 15,2 miliardi di euro per ridurre strutturalmente in disavanzo, 19,5 per favorire sviluppo ed equità: dalla riduzione del cuneo fiscale al potenziamento della mobilità sul teritorio, da interventi selettivi su ricerca e innovazione a una politica per il Mezzogiorno, dalla riduzione del precariato al sostegno a fasce deboli. Si agisce su 4 comparti della spesa pubblica: amministrazione dello Stato, autonomie locali, sanità e previdenza; sulla politica tributaria e sull’efficienza del Fisco; sull’utilizzo di parte del Tfr non optato per favorire l’accumulazione di capitale pubblico.
Sul fronte del reperimento delle risorse la riorganizzazione e la razionalizzazione della Pubblica amministrazione porterà 3,9 miliardi, l’aumento dell’efficienza sul fronte delle entrate con un cocktail di misure di contrasto all’evasione all’elusione, studi di settore e catasto porterà in cassa 7,9 miliardi di euro, mentre la valorizzazione del patrimonio pubblico dovrebbe incidere per 500 milioni di euro. Dal nuovo Patto di stabilità con i Governi locali dovrebbero arrivare 4,4 miliardi di euro, dal nuovo Patto sulla salute 3,1 miliardi di euro, dalla previdenza 5,1 miliardi di euro tramite l’adeguamento delle aliquote contributive di artigiani, commercianti, lavoratori dipendenti, apprendisti e parasubordinati e con i contributi degli immigrati. Dal trasferimento del 50% del Tfr inoptato all’Inps dovrebbero arrivare 6 miliardi di euro. Dalla revisione dell’Irpef dovrebbero arrivare 3,9 miliardi di euro con il ridisegno di aliquote e scaglioni e lo sgravio per i redditi bassi. Dalla riforma dell’imposizione su redditi da capitale dovrebbero giungere in cassa 1,1 miliardi di euro; dalla revisione delle imposte ipotecarie e catastali dovrebbero arrivare 0,2 miliardi di euro, dalla revisione a fini ecologici del bollo auto 0,3 miliardi di euro.
La Finanziaria 2007, secondo Padoa Schioppa, «permette di voltare pagina grazie a un risanamento tutt'altro che scontato ed elimina l'assillo dei conti per l'intera legislatura».