24.10.06

Mamma mia dammi cento Lire...


Secondo i dati elaborati dal 7° Rapporto sulle retribuzioni in Italia realizzato da OD&M (società di consulenza specializzata nella realizzazione di indagini e benchmark di metodologie e pratiche retributive) nei primi otto mesi del 2006 i dirigenti italiani hanno mostrato in media una retribuzione pari quasi a quattro volte quella di un impiegato. Più di quanto fosse qualche anno fa. Nel 2001 la proporzione era di poco più di tre a uno. La stessa evoluzione si è registrata anche in rapporto alle retribuzioni dei quadri. Se nel 2001 la paga di un impiegato era quasi il 60% di quella di un quadro ora è scesa a poco più della metà. Insomma chi guadagnava più degli impiegati, oggi guadagna ancor di più.
“La difficoltà della situazione impiegatizia rimanda a tre fattori - ci ha detto Andrea Panzeri di OD&M -. Per prima cosa ci sono le trasformazioni tecnologiche e organizzative che hanno finito per impoverire il contenuto professionale di molte professioni. Collegato a questo c’è il rapporto tra l’offerta di lavoro e la domanda. In particolare siamo di fronte a un’offerta di lavoro sempre più scolarizzata e a una domanda che è relativa a profili non necessariamente qualificati. In fine ci sono gli effetti di quella che è stata la flessibilizzazione del mercato soprattutto in termini di ingresso.” Insomma si va verso una polarizzazione dell’occupazione e, di riflesso, delle retribuzioni e gli impiegati sono nel bel mezzo di un ciclone che rimette in discussione la loro stessa identità.
I dati del 7° Rapporto sulle retribuzioni di OD&M prendono in considerazione 1,5 milioni profili retributivi di cui il 63,7 per cento sono impiegati, il 21% riguarda i quadri, il 9,5 i dirigenti e il 6% gli operai.
Le retribuzioni del 2006. Se si guarda ai valori espressi nei primi otto mesi del 2006 ci si accorge che un dirigente si ritrova in busta paga circa centomila euro lordi l’anno, un quadro arriva intorno ai 50 mila euro mentre gli impiegati superano di poco i 25 mila euro e agli operai spettano poco meno di 22 mila euro.
Rispetto al 2005, quest’anno sono stati i dirigenti ad avere avuto il più elevato incremento. La loro retribuzione è infatti cresciuta in termini nominali del 6,7%. In leggera ripresa anche quella degli impiegati (+4,9 per cento) ovvero circa 1.239 euro in più in termini nominali che però in termini reali (al netto del costo della vita) valgono circa la metà, ovvero 661 euro. Dal 2001 a oggi è la prima volta che gli impiegati vedono crescere le proprie retribuzioni più di quanto non succede ai quadri.
I quadri nei primi mesi del 2006 si ritrovano in busta paga 2.227 euro in più (+4,7%) rispetto al 2005. In termini reali l’incremento è però di 1.126 euro (+2,4%). Dal 2001 a oggi lo stipendio annuo lordo è passato da 40.885 euro a 50.114 euro. Ovvero un incremento di quasi diecimila euro che in termini reali si riduce a 4.194 euro. Le retribuzioni degli operai hanno registrato, rispetto al 2005, l’incremento meno elevato e pari al 4,2%.
Gap di genere. Si va riducendo invece, secondo i dati di OD&M, il divario tra le retribuzioni degli uomini e quelle delle donne. Per quanto riguarda i dirigenti la differenza in termini assoluti passa da 6.187 euro a 5.233 euro. Per i quadri il gap è sceso a 1.908 euro in un anno (era 2.409 euro nel 2001). Anche nella categoria degli impiegati la differenza è scesa, seppure di meno degli altri, a 2.843 euro (era nel 2001 pari a 3.182 euro).
Confronti. Secondo i dati Ocse, l’Italia è tra i paesi in cui la disparità è cresciuta di più insieme a Regno Unito e Giappone. In Europa, secondo i dati Eurostat sono le metropoli le aree dove le retribuzioni tendono ad essere più elevate e dove si ampliano le distanze tra i "più ricchi" e i "più poveri".