24.10.06

Il nuovo zar


Marco D'Acri
Oggi sull'Europa incombe sempre più preoccupante un pericolo fino ad ora sottovalutato, Vladmir Putin. La sua serie di esternazioni sprezzanti sulle invidie maschili (...quegli orribili discorsi sugli stupri..) e sulle "colpe europee" più che gaffe sono vere e proprie dichiarazioni di uno stile che il presidente russo ha scelto consciamente. Innanzitutto questo tipo di atteggiamento mira a riaffermare il principio di sovranità che considera questione interna tutto ciò che non riguarda i rapporti tra stati e nega la possibilità di discuterne in ambito internazionale. Così quando si fa notare che la tutela dei principali diritti dell'uomo, come quello di espressione, in Russia non è garantita, egli reagisce con l'atteggiamento dell' "...e allora voi?..." che è da sempre il miglior modo per evitare la discussione. E poco importa se la corruzione, seppur grave, è cosa diversa dal non rispetto dei diritti fondamentali e se, come ricorda Piero Ostellino sul Corriere, in Russia la mafia non è un fenomeno criminale ma "uno dei principali protagonisti del suo sistema economico". Per Putin la risposta sarà sempre la stessa, questione interna, con buona pace dell'Europa. E' questo il momento di dire no. Come ho già scritto in altri post la tutela dei diritti umani, dalla dichiarazione ONU in poi, è un tema che segna una limitazione del principio di sovranità e in questo l'Europa non può indietreggiare, è un suo cardine dagli albori del processo di integrazione. Non barattare il gas con l'omertà deve essere un nostro comandamento. A proposito, che dice l'amico itali(N)ano dell'uomo nero? Dice che i giornali stravolgono le parole come sempre, che Putin è uomo sincero che dice le cose pane al pane, vino al vino. Quindi la colpa è dei giornali. Il merito della questione non conta, ciò che succede ai confini dell'Europa non importa, il problema è la disonestà dei giornalisti. Lo diceva anche Putin della Politkvoskaya, sappiamo come è andata a finire. Quindi il leader della nostra opposizione, editore liberale come ama definirsi, difende Putin, quando la posizione europea da D'Alema a Chirac è praticamente univoca, pressione diplomatica fino a novità significative. Basta incontri bilaterali o meeting allargati fino a che la Russia non cambierà posizione. Ma scusate: chi era che chiedeva fino all'anno scorso l'appoggio dell'opposizione perchè all'estero il Paese si mostrasse unito? Ah...che problema la memoria...come i giornalisti scomodi. Marco D'Acri.