Il tempo rimargina le ferite... Forse troppo!
Le vedove di Nassiriya tornano a chiedere la verità sulla morte dei loro mariti nella strage del 12 novembre 2003. E lo fanno dando mandato a un avvocato, la leccese Francesca Conte, di agire davanti alla procura militare di Roma per sapere che cosa è davvero successo quel giorno in Iraq. Araz, l'indagato per la strage, quando l'anno scorso è stato arrestato, ha raccontato di aver visto questa base senza difese, su cui sventolava il tricolore, e ha organizzato l'attacco per 300 dollari. Questo significa che è stata un'aggressione politica, e non militare. E soprattutto che questi ragazzi sono morti per il tricolore. Perchè non meritano la medaglia d'oro? Cosa dovevano fare di più. Le vedove non sanno ancora come sono morti i loro mariti dopo tre anni.
Questo è il solito caso italiano di sempre: succede un fatto importante, tutti i giornali e i media focalizzati esclusivamente su quello, poi pian piano scema e passa nel dimenticatoio. Il fatto è che non si sta parlando di una sconfitta calcistica o di una rapina in banca, si parla di persone che hanno pagato con la vita un impegno ben preciso preso dalle nostre alte cariche politiche. Il loro sacrificio deve essere valorizzato, sopratutto quando non se ne parla più in televisione.
Spero che la Coppa del Mondo non sia l'unico strumento per incrementare il sentimento nazionale.
Pierpaolo Laurenti
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