13.1.07

Un presidente sempre più solo

Marco D'Acri
E' ormai di qualche giorno fa la decisione del Presidente degli Stati Uniti d'America di lanciare una nuova fase nella guerra in Iraq. Fase che, a dispetto dei consigli della Commissione congiunta Bake-Hamilton, si aprirà con l'invio di 20 mila uomini in più. Ecco il male-bene dei Presidenti USA al secondo mandato, quello di essere slegati dalla necessità del consenso e di avere la libertà di agire quasi completa. Ancor di più se le elezioni di mid-term sono già avvenute, come successo nello scorso autunno. Può essere un bene se il Presidente interpreta questo periodo come il momento per operare scelte coraggiose, lo è meno se l'inquilino della Casa Bianca decide di dare spazio ai suoi convncimenti anche peggiori senza mettersi in discussione e senza ascoltare i propri consiglieri. Indovinate a quale categoria appartiene George W. Bush?
Dal marzo 2003, data dell'invasione americana, ad oggi, le vittime hanno superato quota 3 mila. Le previsioni di un intervento da liberatori sono state smentite dal tempo, i grandi numeri USA non sono riusciti a sbrogliare la matassa, ed in assenza di strategie chiare, forze di altri Paesi, come Spagna e Italia, hanno lasciato l'Iraq. E' evidente che le persone più in grado di comprendere la situazione e di ipotizzare vie di uscita sono i generali sul campo. Infatti di fronte alle voci di un nuovo invio di 20 mila soldati, i generali in Iraq Casey e del Pentagono Abizaid, hanno frenato Bush, chiedendo di vagliare altre possibili soluzioni. Bush ha risposto, come i monarchi di un tempo, sostituendoli con il gen. Petraeus e il gen. Fallon, tra i pochi a seguirlo in questa folle missione. Cosa dire? Nel momento in cui Bush ha smesso di mettersi in discussione (l'avrà mai fatto?) ha perso non solo il contatto con la realtà, ma anche il sostegno ideale degli uomini migliori, che si è affrettato a sostituire. Come quelle persone che nella difficoltà si dimenano sempre più forte, accelerando gli esiti più negativi. La riflessione politica non accompagna questa amministrazione. Il risultato è una Casa Bianca incapace di uscire da ciò che ha creato. Forse bisogna rassegnarsi a questi ultimi due anni di un Presidente solo e incapace, in attesa di un 2008 che possa portare una personalità determinata, intelligente e conscia del proprio ruolo sulla sedia più importante del mondo. Speriamo che la selezione della classe dirigente americana abbia finito di darci i Bush come espressione migliore della Federazione.
Marco D'Acri.