6.3.06

"Sua Santità rimandi gli incontri non si presti a questi giochi"

Di seguito pubblichiamo il testo integrale della lettera aperta scritta dal sacerdote di Genova don Paolo Farinella a papa Benedetto XVI. L'appello è stato sottoscritto da oltre cinquemila firme.

APPRENDIAMO che a ridosso delle elezioni politiche italiane del 9 e 10 aprile 2006, Lei riceverà in visita ufficiale il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, nell' ambito di una visita del Partito Popolare Europeo (Ppe). Molti dicono che questo incontro sia stato pensato e programmato dallo stesso interessato che vuole questa visita come una sorta di "consacratio ad limina", a ridosso delle imminenti elezioni politiche e dopo mesi di estenuante campagna elettorale mediatica senza esclusioni di colpi. L'ospite che giunge in Vaticano, dopo essersi paragonato a Napoleone, il 12 febbraio 2006 ad Ancona in un infinito comizio ai suoi sostenitori ha superato il segno della normalità psicologica e della decenza morale, affermando testualmente: "Io, il Gesù della politica, una vittima paziente, mi sacrifico per tutti". Nelle precedenti politiche del 1993 ebbe a presentarsi come il "Messia", inviando i suoi sostenitori come "missionari e apostoli". Mai uomo politico intelligente o sprovveduto era mai arrivato a tanto.

Nulla da eccepire se l'udienza avvenisse in tempi normali o non sospetti. In queste circostanze e condizioni, la visita è programmata con fini strumentali: serve al capo del governo per potersi accreditare come "consono" alla Chiesa cattolica a differenza del suo rivale, Romano Prodi, che da cattolico "adulto" non usa la religione come strumento populista di infima propaganda. Egli, infatti, si è incontrato con il card. Vicario, Camillo Ruini nel più assoluto riserbo.

Se Lei dovesse ricevere Berlusconi in udienza, di fatto, anche senza volerlo, darebbe l'impressione di appoggiare il programma del visitatore e il gesto, più eloquente di ogni parola, apparirebbe a molti credenti in contraddizione con quanto Lei afferma nella sua prima enciclica: "La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile" (28/a).

Con questa visita, anche contro la Sua volontà, il Papa rischia di accreditare un uomo che ha diviso la nazione invece di unirla, come richiedeva la sua funzione. Il presidente del consiglio italiano si definisce cattolico, ma non esita a distruggere lo stato sociale, impoverendo ancora di più i poveri e favorendo i ricchi. Al contrario, egli ha triplicato il suo patrimonio facendosi approvare leggi su misura contro ogni legittimità giuridica e morale. Interi settori della popolazione che fino a ieri vivevano una vita dignitosa, oggi vengono nelle parrocchie a chiedere aiuto per arrivare alla fine del mese. Questo stato di cose incide e condiziona non solo la qualità, ma anche l'esistenza stessa della famiglia che Berlusconi ben conosce, giacché, da "buon cattolico" usufruendo del divorzio, ha fatto una duplice esperienza familiare. Ci risulta, a proposito, che da alcuni giornali specializzati in "gossip" si è fatto fotografare mentre fa la Comunione, contravvenendo così ad una chiara norma della Chiesa sull'accesso dei divorziati ai sacramenti e lasciando nello sconcerto la massa di cattolici, spesso divorziati senza colpa, che sono indotti a pensare che il Sig. Berlusconi abbia avuto uno sconto dalla Chiesa in quanto ricco e potente. Fa impressione vedere la massa di parlamentari divorziati e conviventi che urlano "in difesa della famiglia"!

Il presidente del consiglio dei ministri dovrebbe essere un modello per l'intera nazione e invece assistiamo ad una sistematica denigrazione di tutte le categorie che gli danno ragione. Assalta lo stato di diritto pur di salvarsi dai processi per accuse gravissime come la corruzione di giudici, divulgando tra la popolazione non solo il senso dell'illegalità, ma anche la convinzione che le leggi siano lacci per i polli che i furbi sanno evitare. Invita apertamente alla illegalità, quando afferma che c'è una certa moralità nel frodare il fisco. Come mai un uomo prudente e saggio come il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha rifiutato di firmare in prima istanza, a norma della Costituzione, quasi tutte le leggi qualificanti l'azione di questo governo, dichiarate "palesemente incostituzionali"?

La vittoria delle elezioni si giocherà sul filo del rasoio perché il capo del governo ha voluto e ha fatto approvare una legge elettorale che ha tolto al cittadino il criterio morale per una scelta dei singoli candidati. Gli elettori non possono più scegliere uomini e donne integri, moralmente ineccepibili perché la riforma dell'ultima ora, impone solo la scelta "di campo", imponendo anche persone moralmente impresentabili e inquisite penalmente. Il Sig. Berlusconi, proprietario di tre reti tv e con la disponibilità delle altre tre pubbliche, ha diffuso a piene mani su tutta la nazione attraverso programmi spazzatura, un pervasivo relativismo etico e sociale per risucchiare l'anima stessa del nostro popolo al fine di dominarlo senza fatica.

In un momento così grave e delicato per l'Italia, molti cattolici chiedono al Papa di non prestarsi anche involontariamente a questo gioco che a molti appare demagogico, populista e dissacratore, perché basato sul principio machiavelliano, immorale per l'etica cattolica, che il fine giustifichi i mezzi. Chiediamo al Papa che "almeno" per opportunità politica non riceva il capo di una fazione politica, a dieci giorni dalle elezioni. Chiediamo che l'incontro con il Partito Popolare Europeo sia rimandato a dopo le elezioni del 9 e 10 aprile. In subordine chiediamo che riceva insieme i due capi dei poli opposti richiamando entrambi al bene supremo di un popolo e di una società: l'unità pur nella diversità delle convinzioni e delle ragioni del proprio impegno politico e civile, richiamando loro i principi fondamentali della "Dottrina sociale della Chiesa" che ha come fulcro e fine primario il "bene comune" dell'intera Nazione.

Desideriamo informare il Papa che molti, moltissimi fedeli sono impressionati per il silenzio della gerarchia cattolica italiana di fronte scelte governative che gridano vendetta al cospetto di Dio. Molti credenti e non credenti ritengono che essere cristiani sia incompatibile con il modello di governo che questi cinque anni ci hanno riservato. Una "contradditio in terminis". Partiti d'ispirazione cristiana sono alleati succubi di questo esorbitante e folcloristico potere che ha tenuto in scacco tutte le Istituzioni, a cominciare dalla Suprema Carta costituzionale di cui è stato fatto scempio pur di saziare gli appetiti delle singole fazioni che compongono la maggioranza attuale. Essi hanno votato leggi che la morale (laica e cattolica) definiscono semplicemente come immorali, come le leggi a beneficio d'esclusivo del presidente del consiglio e dei suoi cari.

I partiti che fanno riferimento ai principi etici del cattolicesimo hanno firmato una legge sull'immigrazione che nega i principi fondamentali della ragione e della fede cristiana, per sua natura universale e quindi aperta, con le necessarie regole, all'accoglienza di disperati e affamati che bussano alla porta dell'occidente opulento che pure legge ogni domenica Mt 25, 31-46, là dove il Signore si identifica con gli affamati, gli assetati, i carcerati, i forestieri. L'ospite che arriva in Vaticano ha appena approvato e fatta varare dal parlamento una legge immorale che concede a tutti i cittadini la licenza di uccidere e di essere uccisi in nome di una malintesa sicurezza la cui custodia è affidata alle pistole di una pericolosa giustizia "fai da te".

Al Papa chiediamo che non presti il fianco a dividere ancora di più i cattolici che già sono frammentati in partiti e porzioni di partiti, non interferendo nel momento supremo e sovrano di un popolo che con scienza e coscienza è chiamato a scegliere i propri rappresentanti al parlamento. Nella sua prima enciclica Deus Caritas est citando Sant'Agostino il papa ha scritto: "Il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica. Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe ad una grande banda di ladri, come disse una volta Agostino: "Remota itaque iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia?" (De Civitate Dei, IV,4). Alla struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio (cfr Mt 22, 21), cioè la distinzione tra Stato e Chiesa o, come dice il Concilio Vaticano II, l'autonomia delle realtà temporali (Gaudium et Spes, 36)".

Dio non voglia che il Papa permetta con questa visita una commistione diabolica indebita e preservi la Sede di Pietro da ogni calcolo di interesse e da basse strategie di strumentalizzazione partitica e faziosa. E' una questione etica. E' un imperativo di decenza.

01 Marzo 2006.
(da Repubblica.it 6 marzo 2006)
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/politica/versoelezioni32/lettefarine/lettefarine.html

Coordinatore GIV Piemonte