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Articolo comparso il 04/07/06 sul sito http://www.piemonte.antoniodipietro.it/
Torino, 4 luglio 2006
L’ESTREMISMO, MALATTIA INFANTILE DELLA SINISTRA
Ogni qualvolta la sinistra più radicale arriva o si avvicina a responsabilità di Governo riemerge una inguaribile malattia congenita nella psiche dell’ uomo di sinistra: l’estremismo.
Già se ne lamentava Lenin che di rivoluzioni se ne intendeva e scrisse in proposito un saggio molto noto:”L’estremismo malattia infantile del comunismo”.
Solo una cronica immaturità può, nonostante le dure repliche della storia, far scambiare i propri sogni per realtà.
Il rifiuto di affrontare la realtà, di assumersi le responsabilità che vivere comporta, di farsi carico delle esigenze reali di un paese, di considerare le mediazioni non una sconfitta , ma il risultato di una sintesi tra posizioni diverse, sono da sempre la caratteristica degli estremisti.
La posizione “degli oltranzisti della pace” sulla vicenda Afghanistan ne è un’ulteriore drammatica prova.
L’estremismo, inteso come intransigenza assoluta e cieca fedeltà alla propria ideologia, ha portato il nostro paese ai peggiori disastri.
Il fascismo fu anche la conseguenza della posizione della sinistra massimalista che rifiutò sdegnosamente di collaborare con i riformisti.
Quando fu realizzato il primo centro-sinistra, i socialisti dissidenti, indebolendo il Psi, fondarono il Psiup, assai vicino al vecchio Pci filosovietico.
All’epoca del terrorismo, fior di intellettuali simpatizzavano con i terroristi e nella migliore delle ipotesi arrivavano ad affermare “né con lo stato né con i terroristi”.
Quando nel 1991, troppo tardi, Occhetto cambiò nome al vecchio Pci, i duri e puri si sentirono traditi e fondarono “Rifondazione Comunista”.
Pochi anni tardi più tardi la caduta del governo Prodi portò a cinque anni di governo Berlusconi e non alla settimana di 35 ore.
Oggi rischiamo di fare peggio.
E’ stato sottoscritto un programma unitario, ma molti esponenti della sinistra radicale pare non si sentano minimamente impegnati dagli obblighi che comporta un governo di coalizione.
E’ auspicabile che il “paziente” Prodi , pur di governare, non si mostri cedevole ad ogni assurda nuova pretesa.
Un buon padre di famiglia sa che, quasi sempre, dire no aiuta a crescere e a rendere adulti i figli.
Speriamo che valga anche per gli eterni fanciulli dell’estrema sinistra.
Il segretario politico regionale IdV
Andrea Buquicchio
Torino, 4 luglio 2006
L’ESTREMISMO, MALATTIA INFANTILE DELLA SINISTRA
Ogni qualvolta la sinistra più radicale arriva o si avvicina a responsabilità di Governo riemerge una inguaribile malattia congenita nella psiche dell’ uomo di sinistra: l’estremismo.
Già se ne lamentava Lenin che di rivoluzioni se ne intendeva e scrisse in proposito un saggio molto noto:”L’estremismo malattia infantile del comunismo”.
Solo una cronica immaturità può, nonostante le dure repliche della storia, far scambiare i propri sogni per realtà.
Il rifiuto di affrontare la realtà, di assumersi le responsabilità che vivere comporta, di farsi carico delle esigenze reali di un paese, di considerare le mediazioni non una sconfitta , ma il risultato di una sintesi tra posizioni diverse, sono da sempre la caratteristica degli estremisti.
La posizione “degli oltranzisti della pace” sulla vicenda Afghanistan ne è un’ulteriore drammatica prova.
L’estremismo, inteso come intransigenza assoluta e cieca fedeltà alla propria ideologia, ha portato il nostro paese ai peggiori disastri.
Il fascismo fu anche la conseguenza della posizione della sinistra massimalista che rifiutò sdegnosamente di collaborare con i riformisti.
Quando fu realizzato il primo centro-sinistra, i socialisti dissidenti, indebolendo il Psi, fondarono il Psiup, assai vicino al vecchio Pci filosovietico.
All’epoca del terrorismo, fior di intellettuali simpatizzavano con i terroristi e nella migliore delle ipotesi arrivavano ad affermare “né con lo stato né con i terroristi”.
Quando nel 1991, troppo tardi, Occhetto cambiò nome al vecchio Pci, i duri e puri si sentirono traditi e fondarono “Rifondazione Comunista”.
Pochi anni tardi più tardi la caduta del governo Prodi portò a cinque anni di governo Berlusconi e non alla settimana di 35 ore.
Oggi rischiamo di fare peggio.
E’ stato sottoscritto un programma unitario, ma molti esponenti della sinistra radicale pare non si sentano minimamente impegnati dagli obblighi che comporta un governo di coalizione.
E’ auspicabile che il “paziente” Prodi , pur di governare, non si mostri cedevole ad ogni assurda nuova pretesa.
Un buon padre di famiglia sa che, quasi sempre, dire no aiuta a crescere e a rendere adulti i figli.
Speriamo che valga anche per gli eterni fanciulli dell’estrema sinistra.
Il segretario politico regionale IdV
Andrea Buquicchio
1 Comments:
Io evito di commentare. Dico solo che queste non sono le parole di uno che sta con la gente. Sono le parole di un politico. Un politico che, secondo me, sava meglio nell'UDC o nell'UDEUR. Scusate ma l'elettorato dell?italia dei Valori vuole persone che stiano con la gente, non politici di professione. Questo a mio modesto parere...
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