Il caso Buquicchio
Marco D'Acri
Si potrebbe tacere. In fondo su Andrea Buquicchio in questi giorni si sono scagliati in molti e, tra questi, pochi i disinteressati. Chi non ha mai visto di buon occhio l'Italia dei Valori ha colto l'occasione per infierire. Si potrebbe tacere quindi. Eppure da giovane militante voglio aggiungere la mia voce. Discutere sul merito dell'affermazione non ha senso tanto per il rispetto che porto nei confronti delle vittime del nazifascismo tanto perchè considero quella del nostro coordinatore regionale un'uscita infelice e inopportuna per quanto in buona fede. Non sbaglia Marco Revelli quando parla di "tendenza all'iperbole che avvelena il dibattito pubblico". Tanto più se lanciata contro la propria coalizione. Ma qual è l'impatto sul partito? Inizio a chiedermi se sia poi così importante un assessorato. E' davvero giustificabile che gli accordi si facciano prima delle urne e che con un risultato inferiore al 2% si chieda un posto in giunta? Lo chiedo non per contestare una strategia che avrà le sue ragioni ma per evitare che queste diventino questioni automatiche non appena l'opinione pubblica pensa all'Italia dei Valori. Non si sarebbe dimostrato alto senso di responsabilità ritirando autonomamente la richiesta per l'assessorato e aprendo una discussione interna sul pessimo risultato delle amministrative? Può darsi che fare un passo indietro non sia proprio di un politico di razza ma chi, come me, ha dalla sua l'età è abituato a guardare agli eventi con prospettive di lungo termine e sono certo che quelle scelte avrebbero giovato all'immagine del partito aiutandoci a diffondere i valori in cui crediamo. Oggi invece, non solo per Chiamparino, ma per tutti gli elettori dell'Unione, siamo il partito alla gogna incapace di esprimere alcun esponente di riferimento per Torino che non sia Buquicchio, il coordinatore regionale. Così egli si trova, solo, ad agire su più fronti con la possibilità umana di commettere qualche passo falso come quello, grave, di lunedì. Possibile che il nostro partito non riesca a muovere delle persone su progetti che promuovano la nostra immagine nel lungo periodo? Io non ho risposte. So solo che un gruppo di ragazzi ci ha provato per il referendum e ringrazio chi, come Giancarlo Chiusano e Anna Maria Russo, li ha aiutati. Per qualcuno la campagna referendaria non era utile al partito ma oggi mi chiedo se lo sia una lotta contro i mulini a vento per ottenere, così sembra ai più, la solita vecchia poltrona. Marco D'Acri.
Si potrebbe tacere. In fondo su Andrea Buquicchio in questi giorni si sono scagliati in molti e, tra questi, pochi i disinteressati. Chi non ha mai visto di buon occhio l'Italia dei Valori ha colto l'occasione per infierire. Si potrebbe tacere quindi. Eppure da giovane militante voglio aggiungere la mia voce. Discutere sul merito dell'affermazione non ha senso tanto per il rispetto che porto nei confronti delle vittime del nazifascismo tanto perchè considero quella del nostro coordinatore regionale un'uscita infelice e inopportuna per quanto in buona fede. Non sbaglia Marco Revelli quando parla di "tendenza all'iperbole che avvelena il dibattito pubblico". Tanto più se lanciata contro la propria coalizione. Ma qual è l'impatto sul partito? Inizio a chiedermi se sia poi così importante un assessorato. E' davvero giustificabile che gli accordi si facciano prima delle urne e che con un risultato inferiore al 2% si chieda un posto in giunta? Lo chiedo non per contestare una strategia che avrà le sue ragioni ma per evitare che queste diventino questioni automatiche non appena l'opinione pubblica pensa all'Italia dei Valori. Non si sarebbe dimostrato alto senso di responsabilità ritirando autonomamente la richiesta per l'assessorato e aprendo una discussione interna sul pessimo risultato delle amministrative? Può darsi che fare un passo indietro non sia proprio di un politico di razza ma chi, come me, ha dalla sua l'età è abituato a guardare agli eventi con prospettive di lungo termine e sono certo che quelle scelte avrebbero giovato all'immagine del partito aiutandoci a diffondere i valori in cui crediamo. Oggi invece, non solo per Chiamparino, ma per tutti gli elettori dell'Unione, siamo il partito alla gogna incapace di esprimere alcun esponente di riferimento per Torino che non sia Buquicchio, il coordinatore regionale. Così egli si trova, solo, ad agire su più fronti con la possibilità umana di commettere qualche passo falso come quello, grave, di lunedì. Possibile che il nostro partito non riesca a muovere delle persone su progetti che promuovano la nostra immagine nel lungo periodo? Io non ho risposte. So solo che un gruppo di ragazzi ci ha provato per il referendum e ringrazio chi, come Giancarlo Chiusano e Anna Maria Russo, li ha aiutati. Per qualcuno la campagna referendaria non era utile al partito ma oggi mi chiedo se lo sia una lotta contro i mulini a vento per ottenere, così sembra ai più, la solita vecchia poltrona. Marco D'Acri.
5 Comments:
c'è solo una cosa che mi manca...
ma che affermazione ha fatto?
Davide De Alexandris
Vero...per chi non ha letto:
"Noi siamo stati esclusi dalla giunta con un metodo di selezione che ricorda quello previsto dalle leggi razziali del 1938 -Andrea Buquicchio-".
penso che sia l'ora di smettere di fare volantinaggio e iniziare a fare poltiica.
Ho la strada spianata davanti a me.
:P
Davide De Alexandris
Evidentemente ha detto una pirlata e ha trovato il modo migliore per affondare la sua carriera politica.
"ne ferisce più la lingua che la spada".
Non prendetevela troppo perché i coglioni sono dappertutto.
Cordialmente,
- Luca Pasqualotto
calcio in culo a chi mena ste boiate... calcio in culo a chi butta in mezzo lo sterminio degli ebrei per una poltrona negata. Che uomo di merda.
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