Una questione di programmi
16 milioni di italiani hanno seguto la sfida televisiva tra Berlusconi e Prodi. Devo dire che fin dai primi minuti ho apprezzato il metodo del confronto: non la consueta "rissa elettorale" nella quale il candidato più arrogante cerca ripetutamente di sovrastare gli altri con gag, battute ad effetto e quant'altro, ma la possibilità per i telespettatori di sentire qualche proposta e di valutare con pacatezza la "qualità" dell'offerta politica.
D'altra parte però, molti studi dimostrano che queste sfide televisive riscuotono interesse nei telespettatori-elettori, non tanto per i contenuti espressi quanto per poter valutare la capacità di un candidato di essere leader, ispirando fiducia serietà e determinazione.
Anche e sopratutto per questo aspetto a mio avviso Romano Prodi è uscito vincitore dalla sfida televisiva.
Lo stesso Berlusconi non abituato al nuovo metodo, al termine del "match" ha riconosciuto la propria incapacità di esprimersi.
Infatti anche l'appello finale del Premier, lungi dall'essere tale è stato piuttosto l'estremo tentativo di delegittimare il confronto tv e le sue regole, dopo che per tutto il dibattito ha cercato (invano) di delegittimare l'avversario, definendolo un uomo di facciata e non il vero leader de l'Unione.
Di sicuro questa mossa è costata cara al Premier perchè non siamo più nel 2001 e adesso l'uomo da rincorrere (salvo sparuti sondaggi americani) è Prodi.
Berlusconi ha contestato la sfida televisiva dopo che proprio lui l'aveva cercata per mesi con tanta risolutezza.
L'idea che mi sono fatto al termine del confronto è che in quest'occasione i classici ruoli si sono invertiti: il Berlusconi "grande comunicatore mediatico" ha dato un immagine di se appannata e "in-credibile", tanto che nei giorni successivi non si sono fatte attendere le critiche degli altri inquilini della "casa delle libertà", il professore invece pur partendo un po contratto è via via cresciuto e da buon ciclista ha trovato la volata finale con un appello onesto e di rara capacità comunicativa.
Per concludere, si può dire che è stata solo una questione di programmi:se Berlusconi nel finale continuava a lamentarsi dei limiti del programma televisivo che volgeva al termine, Prodi com'è giusto pensava già al futuro programma del paese con determinazione e senso di responsabilità, del resto come dice lo slogan...domani è un altro giorno.
D'altra parte però, molti studi dimostrano che queste sfide televisive riscuotono interesse nei telespettatori-elettori, non tanto per i contenuti espressi quanto per poter valutare la capacità di un candidato di essere leader, ispirando fiducia serietà e determinazione.
Anche e sopratutto per questo aspetto a mio avviso Romano Prodi è uscito vincitore dalla sfida televisiva.
Lo stesso Berlusconi non abituato al nuovo metodo, al termine del "match" ha riconosciuto la propria incapacità di esprimersi.
Infatti anche l'appello finale del Premier, lungi dall'essere tale è stato piuttosto l'estremo tentativo di delegittimare il confronto tv e le sue regole, dopo che per tutto il dibattito ha cercato (invano) di delegittimare l'avversario, definendolo un uomo di facciata e non il vero leader de l'Unione.
Di sicuro questa mossa è costata cara al Premier perchè non siamo più nel 2001 e adesso l'uomo da rincorrere (salvo sparuti sondaggi americani) è Prodi.
Berlusconi ha contestato la sfida televisiva dopo che proprio lui l'aveva cercata per mesi con tanta risolutezza.
L'idea che mi sono fatto al termine del confronto è che in quest'occasione i classici ruoli si sono invertiti: il Berlusconi "grande comunicatore mediatico" ha dato un immagine di se appannata e "in-credibile", tanto che nei giorni successivi non si sono fatte attendere le critiche degli altri inquilini della "casa delle libertà", il professore invece pur partendo un po contratto è via via cresciuto e da buon ciclista ha trovato la volata finale con un appello onesto e di rara capacità comunicativa.
Per concludere, si può dire che è stata solo una questione di programmi:se Berlusconi nel finale continuava a lamentarsi dei limiti del programma televisivo che volgeva al termine, Prodi com'è giusto pensava già al futuro programma del paese con determinazione e senso di responsabilità, del resto come dice lo slogan...domani è un altro giorno.
Stefano Rizzo
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